Rassegna di film e di documentari sul Medio Oriente
E il Tigri Placido Scorre – Michelangelo Severgnini – Italia, 2004
Girato nel luglio 2004, “… e il Tigri placido scorre … – istantanee dalla Baghdad occupata” è il racconto di 12 vite parallele di Iracheni che si snoda all’interno di uno scenario di guerra. Al di sopra delle loro esistenze il disegno cinico dei Signori della guerra si manifesta attraverso la presenza occulta di un’auto infiltrata dai confini incustoditi dell’Iraq e da una mappa della città su cui si muovono frenetiche mani. E’ il disegno del prossimo attentatore in cerca di un luogo dove far saltare la prossima autobomba. Ma sotto la coltre di immagini di guerra inviate in tutto il mondo, dietro ai check-point e ai blindati americani, dietro ai relitti delle autobomba e dei palazzi sventrati, brulica un universo di persone che hanno saputo conservare la propria dignità e i propri spazi vitali. Un mondo che le telecamere occidentali non hanno saputo riprendere.
“Sukker Yafa” – Hicham Khayed – Libano 2002
La Palestina mette radici nella quarta generazione di bambini profughi nel momento in cui i racconti della cacciata del 1948 diventano materiale di apprendimento attivo per i giovani. La loro ricerca e le loro espressioni creative diventano risorse stimolanti per altri bambini. Questo film è una delle componenti di un pacchetto di materiale formativo che commemora il 50° anniversario dello sradicamento del 1948.
“Lemonade” – Hicham Kayed – Libano 2004
Una famiglia palestinese si ritrova di nuovo in esilio dopo essere stata costretta a lasciare il Kuwait dopo la Guerra del Golfo. I bambini, cresciuti con i racconti epici sull’eroismo del nonno in difesa della Palestina, finalmente lo incontrano e lo conoscono di persona, ma solo per un giorno, prima che lui muoia. Il film è ispirato a una storia vera.
“Neither Here nor There” – Hicham Khayed – Libano Germania, 2006
Questo film esplora le esperienze di alcuni giovani ragazzi, che hanno cercato di raggiungere e realizzare il “sogno” dell’emigrazione e che ora vivono la realtà di un nuovo esilio. Il film è il risultato della collaborazione con i giovani che hanno partecipato alla preparazione, alla ripresa e alla sua realizzazione. Le riprese sono state effettuate in Libano e in Germania.
“Arna’s Children” – Juliano Mer Khamis – Israele/Olanda, 2004
Arna’s Children racconta la storia di un gruppo teatrale che fu fondato da Arna Mer Khamis. Arna proviene da una famiglia di sionisti e nel 1950 ha sposato un Arabo Palestinese, Sabila Khamis. In Cisgiordania ha inaugurato un sistema educativo alternativo per bambini la cui vita era stata devastata dalla invasione israeliana. Il gruppo teatrale che lei avviò comprendeva bambini da Jenin, e li aiutava a d esprimere le loro frustrazioni quotidiane, la rabbia, l’amarezza e le paure. Il figlio di Arna, Juliano, regista del film, con la sua telecamera, riprese le attività tra il 1989 e il 1996. Ora torna per scoprire cosa è successo ai bambini. Andando avanti e indietro nel tempo, il film rivela la tragedia e l’orrore di vite intrappolate dalla brutalità dell’occupazione israeliana.
“Women Beyond Borders” – Jean Choumun – Libano, 2004
WOMEN BEYOND BORDERS è una cronaca su due generazioni di donne pioniere palestinesi. Il film racconta la storia di alcune ex-detenute del carcere di Khiam nel Sud Libano, liberato, nel maggio 2000, dal dominio Israeliano. l film riporta anche le esperienze della nota poetessa Palestinese Fadwa Toukan e della carismatica pioniera Sameeha Khalil, due delle donne che hanno fatto la storia della Palestina al femminile.
Salon al-Fedah – Marco Pasquini – Italia, 2006
Abu Maher prende una vecchia insegna da un angolo della sua bottega di barbiere, leva gli oggetti che nel tempo vi hanno trovato appoggio, la pulisce e la porta la centro della stanza: questa sera me ne racconta la storia. È l’occasione per attraversare una parte della sua vita in esilio e per conoscere la storia del vecchio ospedale in disuso nel quale lui vive: il Gaza Hospital, che è stato fino agli anni Ottanta la più prestigiosa struttura sanitaria della Mezzaluna Rossa Palestinese in Libano, dove hanno trovato alloggio migliaia di profughi palestinesi.
“Massaker” – Monika Borgman – Germania/Libano/Francia/Svizzera, 2004
Tra il 16 e il 18 settembre 1982, viene compiuto il massacro nei campi palestinesi di Sabra e Shatila. Il numero esatto delle vittime ancora oggi è sconosciuto. Ne è stata stabilita la attribuzione delle rispettive responsabilità tra Israeliani e Libanesi. Massaker è uno studio psicologico e politico di 6 uomini che parteciparono al massacro obbedendo a ordini ma anche per loro stesso volere. Il film presenta le biografie dei killer nel loro ambiente politico e mostra il fenomeno della violenza collettiva.
“Roundabout Shatila” – Maher Abi Samra – Libano/Francia, 2004
Dopo il 1982, l’anno della invasione israeliana di Beirut, il campo di Shatila rimane un luogo di esclusi che vivono ai margini della società libanese: i rifugiati palestinesi. Roundabout Shatila è il confine fisico del campo con la città di Beirut: è lì che si trova il cimitero principale dei Palestinesi. Roundabout Shatila è giustamente la storia di un confronto tra passato e presente.
Questo documentario senza commenti è totalmente realizzato nelle strade e nei quartieri di Shatila (Beirut) e lascia parlare a ruota libera gli abitanti del campo che esternano tutta la loro frustrazione personale e sulle problematiche del campo.
“Sound of Footsteps on the Pavement”- Reine Mitri – Libano 2004
Costruito nel 1969 nella via Hamra di Beirut, il caffè Modka è rimasto lì per 33 anni. Nel tempo si era convertito in un patrimonio per la città e uno dei luoghi della memoria collettiva. Il caffè Modca diventò un crogiolo di cultura, attivismo, amicizie, riunioni intime e nel 28 febbraio 2003 per trasformarlo in un negozio di abbigliamento. In questa città che ci spinge all’esilio, una generazione sconfitta sta cercando le ragioni degli insuccessi e dell’impotenza. Tra i giovani ci sono coloro che continuano a giocare un ruolo attivo e coloro che ormai sono disillusi e vivono la poesia della disperazione.
“Road to Kerbala”-Katia Jarjoura- Francia/Libano 2004
Baghdad, Aprile 2004. Mentre l’Iraq è in preda alla violenza, migliaia di fedeli sciiti si preparano per il loro pellegrinaggio annuale verso la città santa di Kerbala, che durante il periodo di Saddam era stato vietato. Affascinata dallo sciitismo, una giovane regista libano-canadese accompagna i pellegrini, nonostante i rischi. Il film racconta il viaggio: oltre 100 km a piedi verso la capitale degli Sciiti. Attraverso i suoi occhi e le parole di un poeta sciita, anche ex-prigioniero politico, entriamo nel cuore della comunità sciita irachena a lungo oppressa. Lungo la strada, la telecamera registra i riti sociali e religiosi degli Sciiti, manifestazioni politiche e incontri con soldati americani.
Istimaryya. Tra Napoli e Baghdad Controvento – Michelangelo Severgnini – Italia 2006
Estate 2005, all’insaputa uno dell’altro 4 ragazzi nel Medio Oriente si trovano a vivere una storia controvento, ognuno a suo modo. Contro i venti colonialisti che sono tornati a soffiare sulla loro vita (se mai fossero cessati). Thaera è una ragazza di Beirut, in Libano. Ha trascorso diversi anni in Europa, profuga dopo essere scampata da bambina al massacro di Sabra e Shatila, avvenuto nel 1982. Al tempo era solo una bambina. Il suo sguardo è sgomento guardando le immagini in tv di quella Europa dove sogna di andare ora colpita dal terrorismo. Non ha mai lasciato il suo paese.Zafer studia Storia all’università di Sidone, in Libano, dove vive. Guida le delegazioni di Europei nel campo profughi di Ain El Helweh.Shadi è uno studente e militante politico di Damasco. Sarà un viaggio nella città di Misyaf e l’incontro con un membro di un partito semi-clandestino in Siria a fargli prendere la decisione di andare a combattere in Iraq come volontario nelle fila della resistenza irachena.
ISTIMARYYA (= Colonialismo) è un film-documentario. Le storie di Thaera, Rihab, Zafer, Shadi e Alessandro sono romanzate. I fatti raccontati appartengono alla realtà dei nostri giorni.
“Newspaper Story” – Mohamed Soueid – Libano, 2004
All’inizio del 2004, al regista è stato richiesto di produrre un documentario su uno dei più importanti quotidiani libanesi, appena rinnovato “As-Safir”. Celebrando il 30’ anniversario del giornale, il film viene narrato attraverso i diari del regista e la rivisitazione del periodo in cui lavorò al giornale come critico cinematografico. Il film è anche testimone della transizione del giornale dai tempi della guerra alla realtà di oggi.
“Return to the Land of Wonder” – Maysoon Pachachi – Gran Bretagna, Iraq, 2004
Nel febbraio 2004 la regista Maysoon Pachachi, che vive a Londra, torna in Iraq per la prima volta dopo 35 anni. Ha girano di seguito per 5 settimane parlando con persone di tutte le specie sulle loro aspirazioni e le paure per il futuro, sulle difficoltà del presente e il fardello del passato. Ci sono conversazioni dolorose, intergenerazionali, reazioni astiose ad attacchi suicidi, discussioni sulla corruzione, sul futuro del paese, e considerazioni sulla identità irachena alla luce della storia.
Reine Mitri è nata nel 1970 a Jounieh, in Libano. Si è laureata in Business Management nel 1995 e ha lavorato in diverse amministrazioni fino al 2000, quando ha iniziato a lavorare nella produzione di documentari. In parallelo, ha lavorato alle recensioni di film dal 1997, come programmatrice di cine club dal 1999 e organizzatrice di festival cinematografici. Dal 2000 ha partecipato a diversi workshop sul documentarismo, compresa la summer school a “La Femis” (Parigi) nel 2001 e ha realizzato un primo saggio con “A Propos de la poire”.
Filmografia: “The Sound of Footsteps on the Pavement”; “Querido” (Libano 2003; 17’); “A propos de la poire” (Francia 2001, 5’).
Katia Jarjoura: Laureata in giornalismo e politica, Katia Jarjoura ha dapprima lavorato per CBC/Radio-Canada come corrispondente. Nel 2001 ha diretto due documentari da 52’: “Caught in Between”, sulle conseguenze della occupazione militare israeliana del Sud Libano nella vita di 4 personaggi contrapposti, e “Princess of War, Lords of Peace”, uno sguardo nel Libano di oggi, un decennio dopo la fine della guerra civile, attraverso lo sguardo di 4 leader politici.
Questi documentari sono stati trasmessi su diversi canali internazionali (Planète, Odyssée, RDI, Al Arabiyya).
Katia è stata anche assistente alla produzione e seconda camera in “Holi Land Divided”, un documentario girato in Israele/Palestina per il National Geographic . Nel luglio 2004, Katia ha diretto il primo cortometraggio a soggetto “Jetlag”. “The Road to Kerbala” è il suo terzo documentario.
Michelangelo Severgnini: Nato a Crema (CR) il 5 agosto 1974. I suoi interessi si dividono tra musica e documentario. Già redattore di Radio Onda d’Urto, nel 2000 pubblica per Prospettiva edizioni “Good morning, Pristina! – diario di un giornalista radiofonico tra Kosovo e Serbia”. Nel 2001 pubblica per l’etichetta indipendente MAP il CD “2001: odissee infrante alle periferie dell’impero” del gruppo musicale Krosmos, cui partecipa in qualità di compositore e contrabbassista. Come musicista lavora in seguito per il teatro in particolare con la compagnia dei Filodrammatici di Milano. Nel 2003 pubblica per Libroitaliano la raccolta di poesie “Scogliere remote”. Nel dicembre dello stesso anno viene distribuito presso le edicole in vhs dalla rivista settimanale “Carta” il documentario “Il ritorno degli Aarch – i villaggi della Cabila scuotono l’Algeria” (’60), di cui è regista e insieme a Karim Metref autore. Nel luglio 2004 gira a Baghdad il documentario “…e il Tigri placido scorre… – istantanee dalla Baghdad occupata”. Il documentario vince il Tekfestival di Roma nel 2005 e il festival Cortovisioni di S.Cesario di Lecce nel 2005. Nelle stagioni 2004-05 e 2005-06 realizza documentari per il programma “Così è la vita” in onda sull’emittente televisiva LA7.
Mohamed Soueid. Nato nel 1959 a Beirut, in Libano, ha studiato chimica all’università. Dopo aver completato gli studi ha iniziato una carriera come critico cinematografico scrivendo settimanalmente sulle colonne dei quotidiani As-Safir e An-Nahar. Ha iniziato con aiuto-regista. Nel 1990 ha diretto il suo primo film “Absence”. La sua filmografia include “Roses of Passion”, “Tango of Yearning”, “Nightfall and Civil War”. Per diversi anni è stato anche Professore all’Università St. Joseph a Beirut. Ha anche scritto alcune sceneggiature. Tra queste, insieme con il regista egiziano Yousri Nasrallah, quella del film “Bab’l Shams” (Francia Egitto 2004), e l’adattamento libanese di “Terra Incognita”, diretto da Ghassan Salhab (120’, Francie Libano 2001) e altri film.
Da Ottobre 2002, Mohamed Soueid è capo produzione di O3 Productions, nell’ambito della rete televisiva satellitare Araba MBC Group, dove produce documentari sul Medio Oriente.
Maysoon Pachachi. Maysoon Pachachi ha origini irachene ed è stata educata in Iraq, Usa e Gran Bretagna. Ha studiato filosofia all’University College di Londra e Film alla Slade School of Art sotto Thorold Dickinson. Oggi vive in Gran Bretagna.
Filmografia: Voices from Gaza; Iraqi Women-Voices from Exile; Smoke; Iranian Journey; Living in the Past; Bitter Water; Return to the Land of Wonder.
Hicham Kayed: Nato nel 1972. Palestinese rifugiato in Libano. Diplomato in business administration; coordinatore delle attività multimediali di Al-Jana/ARCPA (Arab Resource Center for Popular Arts); Coordinatore dei festival cinematografici di Al-Jana “Palestine in the New Cinema” e “Jana Int. Film Festival For Children & Youth”; ha eseguito molti workshops per bambini e giovani per aiutarli ad esprimere se stessi tramite la produzione multimediale; i suoi film hanno partecipato a numerosi festival in tutto il mondo e vinto diversi premi internazionali.
Filmografia: 2006: Neither Here Nor There; 2004 – Lemonade; 2002 – Sukkar Yafa; 2002 – Childhood in the Midst of Mines; 2001 – Our Dreams…When!?; 2001 – God Forbid!
Jean K. Chamoun è una firma nel mondo dei documentari impegnati. In team con la moglie Mai Masri, ha ottenuto vari riconoscimenti internazionali coi suoi reportage che prendono spunto dalle condizioni di vita in Libano e in Palestina. I film sono stati trasmessi da più di 100 televisioni internazionali, incluse la BBC, Channel 4, PBS, France 2, SBS, YLE, MBC and NHK.
Marco Pasquini. Biografia: Alla professione di operatore nei documentari e di assistente operatore nel cinema alterna progetti di cortometraggi e documentari indipendenti, curandone la fotografia e le riprese.
La passione per il documentario e l’esigenza di mettere in pratica diverse modalità lavorative lo portano alla formazione di un gruppo eterogeneo di lavoro dal nome Autoproduzioni Abbasso il GradoZero; con questo realizza documentari propri, progetti auto-finanziati dei quali cura, oltre alla regia ed alla fotografia, la produzione e la fase organizzativa, prediligendo temi interculturali.
Tra questi: due lavori girati nell’India Nord-Occidentale; alcuni di varia durata sulla cultura e sulla situazione attuale dei Rom; un documentario sull’agricoltura biologica nel Parco Regionale di Veio; un documentario realizzato in Polonia dal titolo “Sto lat – Cento anni”; un corto-documentario dal titolo “La visita”; “Incontri”, un documentario di viaggio tra i campi profughi palestinesi di Sabra e Chatila a Beirut; “Saloon al-Fedah”, documentario sul Gaza Hospital a Beirut, dove dal settembre 2004 segue e coordina un progetto esteso di documentazione a lungo termine.
Monika Borgman: nata nel 1963. Ha lavorato come giornalista freelance dal 1988. È cofondatrice di Umam Production e di Umam D&R;
L. Slim: nato nel 1962. Scrittore e pubblicista libanese;
H. Theissen: nato nel 1954. Ha lavorato come produttore per la stazione radio Deutschlandfunk dal 1987.
Maher Abi Samra. Nato a Beirut nel 1965, regista indipendente, ha lavorato come assistente regista prima di firmare diversi documentari tra cui Chronicle of Returning (1994), Aging on Sea Waves (1995), Women of Hizballah (2000), Being in Palesatine (2001, co-autore). Dal 1998 al 2001lavora con gli abitanti dell’ospedale di Shatila, un progetto di documentario che ha portato alla realizzazione di Roundabout Shatila (2004).
Rassegna di film e di documentari sul Medio Oriente
E il Tigri Placido Scorre – Michelangelo Severgnini – Italia, 2004
Girato nel luglio 2004, “… e il Tigri placido scorre … – istantanee dalla Baghdad occupata” è il racconto di 12 vite parallele di Iracheni che si snoda all’interno di uno scenario di guerra. Al di sopra delle loro esistenze il disegno cinico dei Signori della guerra si manifesta attraverso la presenza occulta di un’auto infiltrata dai confini incustoditi dell’Iraq e da una mappa della città su cui si muovono frenetiche mani. E’ il disegno del prossimo attentatore in cerca di un luogo dove far saltare la prossima autobomba. Ma sotto la coltre di immagini di guerra inviate in tutto il mondo, dietro ai check-point e ai blindati americani, dietro ai relitti delle autobomba e dei palazzi sventrati, brulica un universo di persone che hanno saputo conservare la propria dignità e i propri spazi vitali. Un mondo che le telecamere occidentali non hanno saputo riprendere.
“Sukker Yafa” – Hicham Khayed – Libano 2002
La Palestina mette radici nella quarta generazione di bambini profughi nel momento in cui i racconti della cacciata del 1948 diventano materiale di apprendimento attivo per i giovani. La loro ricerca e le loro espressioni creative diventano risorse stimolanti per altri bambini. Questo film è una delle componenti di un pacchetto di materiale formativo che commemora il 50° anniversario dello sradicamento del 1948.
“Lemonade” – Hicham Kayed – Libano 2004
Una famiglia palestinese si ritrova di nuovo in esilio dopo essere stata costretta a lasciare il Kuwait dopo la Guerra del Golfo. I bambini, cresciuti con i racconti epici sull’eroismo del nonno in difesa della Palestina, finalmente lo incontrano e lo conoscono di persona, ma solo per un giorno, prima che lui muoia. Il film è ispirato a una storia vera.
“Neither Here nor There” – Hicham Khayed – Libano Germania, 2006
Questo film esplora le esperienze di alcuni giovani ragazzi, che hanno cercato di raggiungere e realizzare il “sogno” dell’emigrazione e che ora vivono la realtà di un nuovo esilio. Il film è il risultato della collaborazione con i giovani che hanno partecipato alla preparazione, alla ripresa e alla sua realizzazione. Le riprese sono state effettuate in Libano e in Germania.
“Arna’s Children” – Juliano Mer Khamis – Israele/Olanda, 2004
Arna’s Children racconta la storia di un gruppo teatrale che fu fondato da Arna Mer Khamis. Arna proviene da una famiglia di sionisti e nel 1950 ha sposato un Arabo Palestinese, Sabila Khamis. In Cisgiordania ha inaugurato un sistema educativo alternativo per bambini la cui vita era stata devastata dalla invasione israeliana. Il gruppo teatrale che lei avviò comprendeva bambini da Jenin, e li aiutava a d esprimere le loro frustrazioni quotidiane, la rabbia, l’amarezza e le paure. Il figlio di Arna, Juliano, regista del film, con la sua telecamera, riprese le attività tra il 1989 e il 1996. Ora torna per scoprire cosa è successo ai bambini. Andando avanti e indietro nel tempo, il film rivela la tragedia e l’orrore di vite intrappolate dalla brutalità dell’occupazione israeliana.
“Women Beyond Borders” – Jean Choumun – Libano, 2004
WOMEN BEYOND BORDERS è una cronaca su due generazioni di donne pioniere palestinesi. Il film racconta la storia di alcune ex-detenute del carcere di Khiam nel Sud Libano, liberato, nel maggio 2000, dal dominio Israeliano. l film riporta anche le esperienze della nota poetessa Palestinese Fadwa Toukan e della carismatica pioniera Sameeha Khalil, due delle donne che hanno fatto la storia della Palestina al femminile.
Salon al-Fedah – Marco Pasquini – Italia, 2006
Abu Maher prende una vecchia insegna da un angolo della sua bottega di barbiere, leva gli oggetti che nel tempo vi hanno trovato appoggio, la pulisce e la porta la centro della stanza: questa sera me ne racconta la storia. È l’occasione per attraversare una parte della sua vita in esilio e per conoscere la storia del vecchio ospedale in disuso nel quale lui vive: il Gaza Hospital, che è stato fino agli anni Ottanta la più prestigiosa struttura sanitaria della Mezzaluna Rossa Palestinese in Libano, dove hanno trovato alloggio migliaia di profughi palestinesi.
“Massaker” – Monika Borgman – Germania/Libano/Francia/Svizzera, 2004
Tra il 16 e il 18 settembre 1982, viene compiuto il massacro nei campi palestinesi di Sabra e Shatila. Il numero esatto delle vittime ancora oggi è sconosciuto. Ne è stata stabilita la attribuzione delle rispettive responsabilità tra Israeliani e Libanesi. Massaker è uno studio psicologico e politico di 6 uomini che parteciparono al massacro obbedendo a ordini ma anche per loro stesso volere. Il film presenta le biografie dei killer nel loro ambiente politico e mostra il fenomeno della violenza collettiva.
“Roundabout Shatila” – Maher Abi Samra – Libano/Francia, 2004
Dopo il 1982, l’anno della invasione israeliana di Beirut, il campo di Shatila rimane un luogo di esclusi che vivono ai margini della società libanese: i rifugiati palestinesi. Roundabout Shatila è il confine fisico del campo con la città di Beirut: è lì che si trova il cimitero principale dei Palestinesi. Roundabout Shatila è giustamente la storia di un confronto tra passato e presente.
Questo documentario senza commenti è totalmente realizzato nelle strade e nei quartieri di Shatila (Beirut) e lascia parlare a ruota libera gli abitanti del campo che esternano tutta la loro frustrazione personale e sulle problematiche del campo.
“Sound of Footsteps on the Pavement”- Reine Mitri – Libano 2004
Costruito nel 1969 nella via Hamra di Beirut, il caffè Modka è rimasto lì per 33 anni. Nel tempo si era convertito in un patrimonio per la città e uno dei luoghi della memoria collettiva. Il caffè Modca diventò un crogiolo di cultura, attivismo, amicizie, riunioni intime e nel 28 febbraio 2003 per trasformarlo in un negozio di abbigliamento. In questa città che ci spinge all’esilio, una generazione sconfitta sta cercando le ragioni degli insuccessi e dell’impotenza. Tra i giovani ci sono coloro che continuano a giocare un ruolo attivo e coloro che ormai sono disillusi e vivono la poesia della disperazione.
“Road to Kerbala”-Katia Jarjoura- Francia/Libano 2004
Baghdad, Aprile 2004. Mentre l’Iraq è in preda alla violenza, migliaia di fedeli sciiti si preparano per il loro pellegrinaggio annuale verso la città santa di Kerbala, che durante il periodo di Saddam era stato vietato. Affascinata dallo sciitismo, una giovane regista libano-canadese accompagna i pellegrini, nonostante i rischi. Il film racconta il viaggio: oltre 100 km a piedi verso la capitale degli Sciiti. Attraverso i suoi occhi e le parole di un poeta sciita, anche ex-prigioniero politico, entriamo nel cuore della comunità sciita irachena a lungo oppressa. Lungo la strada, la telecamera registra i riti sociali e religiosi degli Sciiti, manifestazioni politiche e incontri con soldati americani.
Istimaryya. Tra Napoli e Baghdad Controvento – Michelangelo Severgnini – Italia 2006
Estate 2005, all’insaputa uno dell’altro 4 ragazzi nel Medio Oriente si trovano a vivere una storia controvento, ognuno a suo modo. Contro i venti colonialisti che sono tornati a soffiare sulla loro vita (se mai fossero cessati). Thaera è una ragazza di Beirut, in Libano. Ha trascorso diversi anni in Europa, profuga dopo essere scampata da bambina al massacro di Sabra e Shatila, avvenuto nel 1982. Al tempo era solo una bambina. Il suo sguardo è sgomento guardando le immagini in tv di quella Europa dove sogna di andare ora colpita dal terrorismo. Non ha mai lasciato il suo paese.Zafer studia Storia all’università di Sidone, in Libano, dove vive. Guida le delegazioni di Europei nel campo profughi di Ain El Helweh.Shadi è uno studente e militante politico di Damasco. Sarà un viaggio nella città di Misyaf e l’incontro con un membro di un partito semi-clandestino in Siria a fargli prendere la decisione di andare a combattere in Iraq come volontario nelle fila della resistenza irachena.
ISTIMARYYA (= Colonialismo) è un film-documentario. Le storie di Thaera, Rihab, Zafer, Shadi e Alessandro sono romanzate. I fatti raccontati appartengono alla realtà dei nostri giorni.
“Newspaper Story” – Mohamed Soueid – Libano, 2004
All’inizio del 2004, al regista è stato richiesto di produrre un documentario su uno dei più importanti quotidiani libanesi, appena rinnovato “As-Safir”. Celebrando il 30’ anniversario del giornale, il film viene narrato attraverso i diari del regista e la rivisitazione del periodo in cui lavorò al giornale come critico cinematografico. Il film è anche testimone della transizione del giornale dai tempi della guerra alla realtà di oggi.
“Return to the Land of Wonder” – Maysoon Pachachi – Gran Bretagna, Iraq, 2004
Nel febbraio 2004 la regista Maysoon Pachachi, che vive a Londra, torna in Iraq per la prima volta dopo 35 anni. Ha girano di seguito per 5 settimane parlando con persone di tutte le specie sulle loro aspirazioni e le paure per il futuro, sulle difficoltà del presente e il fardello del passato. Ci sono conversazioni dolorose, intergenerazionali, reazioni astiose ad attacchi suicidi, discussioni sulla corruzione, sul futuro del paese, e considerazioni sulla identità irachena alla luce della storia.
Reine Mitri è nata nel 1970 a Jounieh, in Libano. Si è laureata in Business Management nel 1995 e ha lavorato in diverse amministrazioni fino al 2000, quando ha iniziato a lavorare nella produzione di documentari. In parallelo, ha lavorato alle recensioni di film dal 1997, come programmatrice di cine club dal 1999 e organizzatrice di festival cinematografici. Dal 2000 ha partecipato a diversi workshop sul documentarismo, compresa la summer school a “La Femis” (Parigi) nel 2001 e ha realizzato un primo saggio con “A Propos de la poire”.
Filmografia: “The Sound of Footsteps on the Pavement”; “Querido” (Libano 2003; 17’); “A propos de la poire” (Francia 2001, 5’).
Katia Jarjoura: Laureata in giornalismo e politica, Katia Jarjoura ha dapprima lavorato per CBC/Radio-Canada come corrispondente. Nel 2001 ha diretto due documentari da 52’: “Caught in Between”, sulle conseguenze della occupazione militare israeliana del Sud Libano nella vita di 4 personaggi contrapposti, e “Princess of War, Lords of Peace”, uno sguardo nel Libano di oggi, un decennio dopo la fine della guerra civile, attraverso lo sguardo di 4 leader politici.
Questi documentari sono stati trasmessi su diversi canali internazionali (Planète, Odyssée, RDI, Al Arabiyya).
Katia è stata anche assistente alla produzione e seconda camera in “Holi Land Divided”, un documentario girato in Israele/Palestina per il National Geographic . Nel luglio 2004, Katia ha diretto il primo cortometraggio a soggetto “Jetlag”. “The Road to Kerbala” è il suo terzo documentario.
Michelangelo Severgnini: Nato a Crema (CR) il 5 agosto 1974. I suoi interessi si dividono tra musica e documentario. Già redattore di Radio Onda d’Urto, nel 2000 pubblica per Prospettiva edizioni “Good morning, Pristina! – diario di un giornalista radiofonico tra Kosovo e Serbia”. Nel 2001 pubblica per l’etichetta indipendente MAP il CD “2001: odissee infrante alle periferie dell’impero” del gruppo musicale Krosmos, cui partecipa in qualità di compositore e contrabbassista. Come musicista lavora in seguito per il teatro in particolare con la compagnia dei Filodrammatici di Milano. Nel 2003 pubblica per Libroitaliano la raccolta di poesie “Scogliere remote”. Nel dicembre dello stesso anno viene distribuito presso le edicole in vhs dalla rivista settimanale “Carta” il documentario “Il ritorno degli Aarch – i villaggi della Cabila scuotono l’Algeria” (’60), di cui è regista e insieme a Karim Metref autore. Nel luglio 2004 gira a Baghdad il documentario “…e il Tigri placido scorre… – istantanee dalla Baghdad occupata”. Il documentario vince il Tekfestival di Roma nel 2005 e il festival Cortovisioni di S.Cesario di Lecce nel 2005. Nelle stagioni 2004-05 e 2005-06 realizza documentari per il programma “Così è la vita” in onda sull’emittente televisiva LA7.
Mohamed Soueid. Nato nel 1959 a Beirut, in Libano, ha studiato chimica all’università. Dopo aver completato gli studi ha iniziato una carriera come critico cinematografico scrivendo settimanalmente sulle colonne dei quotidiani As-Safir e An-Nahar. Ha iniziato con aiuto-regista. Nel 1990 ha diretto il suo primo film “Absence”. La sua filmografia include “Roses of Passion”, “Tango of Yearning”, “Nightfall and Civil War”. Per diversi anni è stato anche Professore all’Università St. Joseph a Beirut. Ha anche scritto alcune sceneggiature. Tra queste, insieme con il regista egiziano Yousri Nasrallah, quella del film “Bab’l Shams” (Francia Egitto 2004), e l’adattamento libanese di “Terra Incognita”, diretto da Ghassan Salhab (120’, Francie Libano 2001) e altri film.
Da Ottobre 2002, Mohamed Soueid è capo produzione di O3 Productions, nell’ambito della rete televisiva satellitare Araba MBC Group, dove produce documentari sul Medio Oriente.
Maysoon Pachachi. Maysoon Pachachi ha origini irachene ed è stata educata in Iraq, Usa e Gran Bretagna. Ha studiato filosofia all’University College di Londra e Film alla Slade School of Art sotto Thorold Dickinson. Oggi vive in Gran Bretagna.
Filmografia: Voices from Gaza; Iraqi Women-Voices from Exile; Smoke; Iranian Journey; Living in the Past; Bitter Water; Return to the Land of Wonder.
Hicham Kayed: Nato nel 1972. Palestinese rifugiato in Libano. Diplomato in business administration; coordinatore delle attività multimediali di Al-Jana/ARCPA (Arab Resource Center for Popular Arts); Coordinatore dei festival cinematografici di Al-Jana “Palestine in the New Cinema” e “Jana Int. Film Festival For Children & Youth”; ha eseguito molti workshops per bambini e giovani per aiutarli ad esprimere se stessi tramite la produzione multimediale; i suoi film hanno partecipato a numerosi festival in tutto il mondo e vinto diversi premi internazionali.
Filmografia: 2006: Neither Here Nor There; 2004 – Lemonade; 2002 – Sukkar Yafa; 2002 – Childhood in the Midst of Mines; 2001 – Our Dreams…When!?; 2001 – God Forbid!
Jean K. Chamoun è una firma nel mondo dei documentari impegnati. In team con la moglie Mai Masri, ha ottenuto vari riconoscimenti internazionali coi suoi reportage che prendono spunto dalle condizioni di vita in Libano e in Palestina. I film sono stati trasmessi da più di 100 televisioni internazionali, incluse la BBC, Channel 4, PBS, France 2, SBS, YLE, MBC and NHK.
Marco Pasquini. Biografia: Alla professione di operatore nei documentari e di assistente operatore nel cinema alterna progetti di cortometraggi e documentari indipendenti, curandone la fotografia e le riprese.
La passione per il documentario e l’esigenza di mettere in pratica diverse modalità lavorative lo portano alla formazione di un gruppo eterogeneo di lavoro dal nome Autoproduzioni Abbasso il GradoZero; con questo realizza documentari propri, progetti auto-finanziati dei quali cura, oltre alla regia ed alla fotografia, la produzione e la fase organizzativa, prediligendo temi interculturali.
Tra questi: due lavori girati nell’India Nord-Occidentale; alcuni di varia durata sulla cultura e sulla situazione attuale dei Rom; un documentario sull’agricoltura biologica nel Parco Regionale di Veio; un documentario realizzato in Polonia dal titolo “Sto lat – Cento anni”; un corto-documentario dal titolo “La visita”; “Incontri”, un documentario di viaggio tra i campi profughi palestinesi di Sabra e Chatila a Beirut; “Saloon al-Fedah”, documentario sul Gaza Hospital a Beirut, dove dal settembre 2004 segue e coordina un progetto esteso di documentazione a lungo termine.
Monika Borgman: nata nel 1963. Ha lavorato come giornalista freelance dal 1988. È cofondatrice di Umam Production e di Umam D&R;
L. Slim: nato nel 1962. Scrittore e pubblicista libanese;
H. Theissen: nato nel 1954. Ha lavorato come produttore per la stazione radio Deutschlandfunk dal 1987.
Maher Abi Samra. Nato a Beirut nel 1965, regista indipendente, ha lavorato come assistente regista prima di firmare diversi documentari tra cui Chronicle of Returning (1994), Aging on Sea Waves (1995), Women of Hizballah (2000), Being in Palesatine (2001, co-autore). Dal 1998 al 2001lavora con gli abitanti dell’ospedale di Shatila, un progetto di documentario che ha portato alla realizzazione di Roundabout Shatila (2004).
Ecco che la crisi in Palestina ci vede spettatori inebetiti di un conflitto tra “due opposte violenze”: veniamo spinti proprio dall’attuale clima culturale a decifrare la lotta di liberazione palestinese come lo scontro tra il terrorista ed uno stato di diritto che, sebbene particolarmente violento, è pur sempre depositario del legittimo monopolio della violenza.