Nazra Festival
AL ARD (la terra)
Corto d’animazione con una colonna sonora serrata e incalzante che offre una cruda rappresentazione del ridimensionamento e della frammentazione della terra palestinese, catturando l’impatto prolungato delle politiche israeliane e del colonialismo d’insediamento.
Basel Nasr è un designer e produttore palestinese che lavora nel campo dell’animazione, illustrazione e design interattivo. Ha conseguito una laurea triennale in Architettura presso l’Università di Birzeit, ma subito dopo la laurea ha iniziato a dedicarsi al design, alle arti visive e ai nuovi media, trovando infine la sua passione nell’animazione. Nasr ha poi conseguito una laurea magistrale in Belle Arti in questo settore presso la University of California di Los Angeles. Nel 2015, Nasr ha fondato Maṣna’ al Rusūm al Mutaḥarrikah, uno studio di animazione dedicato allo sviluppo dell’arte e dell’industria dell’animazione in Palestina.
3 LOGICAL EXITS
Mahdi torna nel campo profughi di Ain El Helweh in Libano nel 2019, in un momento in cui migliaia di palestinesi protestano contro le misure discriminatorie del governo libanese. Il documentario utilizza uno stile tipicamente asciutto per raccontare una storia che è allo stesso tempo personale e universale: da un campo profughi in Libano si può pensare di uscirne solo drogandosi, radicalizzandosi o fuggendo… ma a quale prezzo?
Mahdi Fleifel è nato a Dubai e cresciuto in Libano, e si è trasferito successivamente in Danimarca con la famiglia. Nel 2009 si è laureato alla British National Film and Television School e ha fondato col produttore irlandese Patrick Campbell la casa di produzione Nakba FilmWorks. Nel 2012 ha girato A World Not Ours (ripreso dal titolo di un racconto di Ghassan Kanafani), un ritratto intimo, ironico e divertente di tre generazioni nel campo profughi di Ain el-Helweh, nel sud del Libano. Nel 2018 ha partecipato alla seconda edizione di Nazra col corto A Drowning Man che ha vinto il Grand Prix al Festival di Cork e il Muhr Award al Festival di Dubai. In 2021, Netflix ha acquisito i diritti worldwide dei suoi film. TO A LAND UNKNOWN é il suo primo lungometraggio di finzione selezionato al festival di Cannes 2024 nella rassegna Quinzaine des cinéastes.
THE ORPHAN
Prodotto da Miko Peled, questo documentario è un’intervista a Jacques Bude, novantenne rimasto orfano durante l’Olocausto. Bude racconta la sua vita in Israele nel dopoguerra e la sua graduale presa di coscienza che il progetto sionista contiene elementi di razzismo intrinseco, cosa che lo ha convinto a schierarsi con i palestinesi.
Jordan Karr-Morse è un regista e montatore di Portland, Oregon. Ha conseguito una laurea in comunicazione visiva presso l’Edinburgh College of Art e ha lavorato come direttore della fotografia e montatore freelance per spot pubblicitari e film proiettati in tutto il mondo. Nel 2022 ha fondato Eyes & Ears, una società di produzione impegnata a promuovere movimenti politici e sociali progressisti. Attualmente Jordan sta dirigendo il suo primo lungometraggio documentario sul dissidente israeliano Miko Peled.
HOSTAGE ECONOMY
Hostage Economy esplora le barriere profonde e radicate all’interno della società palestinese, volte a impedire una crescita economica significativa. Muri di cemento, filo spinato e ostacoli istituzionali fortificano i suoi ulivi maturi, strappando i frutti del lavoro dalle mani del contadino palestinese. Cosa significa sviluppo economico in un contesto privo di libertà?
Jude è una regista palestinese interessata a coniugare la ricerca nel campo delle scienze sociali e la cinematografia per contestare e ridefinire le narrazioni esistenti. Il suo cortometraggio d’esordio Between the Barricades è stato premiato e proiettato in 9 Paesi diversi. Jude si dedica a far luce su vicende poco rappresentate e a promuovere un dialogo significativo attraverso la narrazione. È particolarmente affascinata dall’arte cinematografica per il potenziale che ritiene essa abbia nel promuovere cambiamenti sociali positivi. Attualmente Jude sta lavorando a un lungometraggio che analizza le sfide complesse affrontate dalle donne sotto occupazione, mettendo in luce la loro resilienza e forza.
SHATTERED MAMORY
Il documentario ripercorre la memoria del fotoreporter Mahfouz Abu Turk e l’archivio attraverso il quale ha documentato gli eventi vissuti nella città di Gerusalemme e in Cisgiordania dalla prima intifada del 1987 fino alla fine degli anni Novanta.
Hayat Laban è una regista palestinese di Gerusalemme. Caratterizzata da un approccio multidisciplinare, si è laureata e formata in produzione cinematografica, psicologia, teatro, danza contemporanea e regia. Durante i suoi studi ha prodotto diversi film, tra cui un breve documentario sugli archivi del teatro Hakawati di Gerusalemme, proiettato in diversi festival locali e arabi, e un cortometraggio sperimentale. Ha inoltre lavorato come stagista per alcuni film e come fotografa per documentare workshop di formazione a Gerusalemme e in Cisgiordania.
THE SILENT PROTEST: 1929 JERUSALEM
Il 26 ottobre 1929, le donne palestinesi diedero vita a un movimento femminista a Gerusalemme. Circa 300 donne giunsero in città da tutta la Palestina. Quel giorno manifestarono in silenzio con un corteo di auto attraverso la città, in segno di protesta contro l’Alto Commissariato britannico, accusato di essere prevenuto nei confronti degli arabi durante le rivolte di Buraq. Questa è la loro storia.
Mahasen Nasser-Eldin, regista e ricercatrice nata a Gerusalemme, racconta storie di resistenza, dando nuova vita a figure dimenticate e celebrando voci emarginate. La sua ricerca si concentra sul riutilizzo degli archivi audiovisivi per documentare le storie di donne sfollate attraverso il cinema. Il suo lavoro attinge a diversi settori e tematiche, intrecciando la pratica archivistica con le narrazioni subalterne, il femminismo transnazionale e la soggettività. I suoi film sono stati proiettati in festival internazionali e hanno ricevuto il sostegno di istituzioni come l’Arab Fund for Arts & Culture (AFAC), la Royal Jordanian Film Commission e Creative Interruptions, UK Research and Innovation (UKRI). Attualmente, Mahasen sta portando avanti un progetto in cui interpreta e crea rappresentazioni di donne palestinesi precedenti al 1948 che rimandano alle attuali lotte femministe.
I AM THE LAND IN A BODY
Questo cortometraggio è un omaggio a Suleiman Al-Hathalin, un’icona della resistenza popolare beduina palestinese. Al-Hathalin ha dedicato la sua vita a combattere pacificamente contro gli abusi dell’esercito israeliano e a proteggere la terra dei suoi antenati, confidando che i giovani avrebbero preso il suo posto.
Thaer Al-azzeh è nato nel campo profughi di Dheisheh a Betlemme. Ha conseguito una laurea in Arti visive e Produzione cinematografica presso l’Università di Dar Al-Kalima (Betlemme). Ha diretto tre cortometraggi: Close Your Eyes, I’m not a Number, The Knife, proiettati al PFC’E nel 2017 e Coffee Pot già finalista in Nazra nel 2019.
THE SOUND OF CLOUDS
Venerdì 20 ottobre 2023 – I bambini di Gaza scrivono i propri nomi sulle mani affinché i soccorritori possano identificarli in caso venissero uccisi dai bombardamenti israeliani.
AL ARD
Corto d’animazione con una colonna sonora serrata e incalzante che offre una cruda rappresentazione del ridimensionamento e della frammentazione della terra palestinese, catturando l’impatto prolungato delle politiche israeliane e del colonialismo d’insediamento.
Basel Nasr è un designer e produttore palestinese che lavora nel campo dell’animazione, illustrazione e design interattivo. Ha conseguito una laurea triennale in Architettura presso l’Università di Birzeit, ma subito dopo la laurea ha iniziato a dedicarsi al design, alle arti visive e ai nuovi media, trovando infine la sua passione nell’animazione. Nasr ha poi conseguito una laurea magistrale in Belle Arti in questo settore presso la University of California di Los Angeles. Nel 2015, Nasr ha fondato Maṣna’ al Rusūm al Mutaḥarrikah, uno studio di animazione dedicato allo sviluppo dell’arte e dell’industria dell’animazione in Palestina.
THE KEY
La giovane Edina sente spesso un rumore misterioso che la tiene sveglia nel cuore della notte. The Key è un thriller politico e psicologico, basato sull’omonimo racconto del romanziere e poeta palestinese Anwar Hamed. La chiave, elemento centrale del film, rappresenta il diritto al ritorno dei palestinesi. Il film gioca su questa consapevolezza, come un’epidemia che si diffonde nel subconscio israeliano creando un crescente senso di colpa e preoccupazione.
Rakan Mayasi è un regista palestinese nato in Germania. Ha studiato psicologia, teatro e cinema con Abbas Kiarostami in Corea del Sud presso l’Asian Film Academy ed ha tenuto laboratori pratici e teorici in Serbia, Germania, Marocco ed Egitto. Ha scritto e diretto quattro cortometraggi tra cui Roubama che è stato selezionato a Locarno 2012. Nel 2018 ha vinto la seconda edizione di Nazra con Bonbonè interpretato dalla strepitosa coppia Saleh Bakri e Rana Alamuddin, corto che ha ottenuto premi nei festival di tutto il mondo da Mosca a Kustendorf (nel villaggio di Drvengrad, costruito da Emir Kusturica come omaggio al cinema), ad Almeria.
GAZA ATELIER
Ahlam, una giovane stilista palestinese, sta progettando di aprire il suo atelier nella Città di Gaza. Quando la data di apertura si avvicina, le cose prendono una piega diversa da quella che aveva previsto.
Montaser Alsabe è un regista palestinese nato a Gaza nel 1987. Ha maturato diverse esperienze come montatore video e regista di cortometraggi e serie educative, per produzioni televisive o per organizzazioni umanitarie locali e internazionali. Nel 2014 ha lavorato come assistente alla regia e montatore per il film Sarah. Dal 2015 è direttore esecutivo del Red Carpet Human Rights Film Festival a Gaza. Da settembre 2017, Montaser lavora anche come regista per il canale satellitare dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi in Medio Oriente (UNRWA) a Gaza.
MAR MAMA
Tormentata dalla morte della madre e dai continui attacchi delle forze israeliane sulla sua città, una ragazzina inizia a essere ossessionata dalla morte. Per distrarla, il padre realizza un film in stop-motion. Tuttavia, i suoi tentativi falliscono e la ragazza non può far altro che ricorrere all’immaginazione per sfuggire alla realtà.
Majdi El-Omari è un regista, montatore e sceneggiatore canadese-palestinese, laureato in regia e specializzato in produzione cinematografica presso la Concordia University di Montreal. Il lavoro di El-Omari si concentra sulla sofferenza delle persone in un mondo che le esclude, e sottolinea la loro alienazione, il desiderio di comunicare e la ricerca di conforto quando affrontano pressioni politiche o sociali. La sua filmografia comprende numerosi documentari e cortometraggi, tra cui Standstill, Between Me and You, At the Window, À Propos de l’autre e The Evergreen Oak. Attualmente sta scrivendo il suo prossimo lungometraggio, The Woman of the Bees, e insegna cinema di finzione all’Università Dar Al-Kalima di Betlemme.
AN ORANGE FROM JAFFA
Mohammed, un giovane palestinese, cerca disperatamente un taxi che gli faccia attraversare un checkpoint per incontrare sua madre, che lo sta aspettando sul lato israeliano. L’autista, Farouk, che è di fretta per effettuare una corsa molto importante, scopre che Mohammed ha già fallito nel tentativo di attraversare il checkpoint. Da qui iniziano i problemi.
Nato a Gaza nel 1994, Mohammed Almughanni è un regista e sceneggiatore laureato in regia cinematografica presso la Scuola di Cinema di Łódź in Polonia. I suoi film, incentrati sulla giustizia razziale e sulla realtà socio-politica in situazioni di conflitto, sono stati premiati in festival come Ji.hlava (2020), IDFA (2023) e Clermont-Ferrand (2024). Almughanni sensibilizza sulle questioni collaterali affrontate da civili innocenti in guerra, tra cui l’identità nazionale e la situazione dei bambini non registrati.
ABO JABAL
È l’8 maggio 2024 e Israele si prepara a lanciare un’operazione militare distruttiva a Rafah. Tahani, una donna palestinese più volte sfollata interna dall’inizio degli attacchi su Gaza, si chiede dove trovare nuovamente rifugio per sé e i suoi figli. Il film offre uno spaccato della sua vita e della sua famiglia prima e dopo il 7 ottobre, raccontando lo strazio di una madre che, segnata da una dolorosa perdita, fatica a ritrovare pace.
Bisan Owda è una giornalista, regista e attivista palestinese, nota per i suoi video-reportage sui social media sulla guerra di Gaza. Con la serie “It’s Bisan from Gaza and I’m Still Alive”, ha vinto un Peabody Award nel 2024 e ricevuto una candidatura ai News and Documentary Emmy Awards 2024. Cresciuta a Beit Hanun, ha lavorato con le Nazioni Unite e l’Unione Europea su temi di genere e cambiamento climatico. Durante il conflitto del 2023, ha documentato le sofferenze dei civili e le devastazioni subite da lei e dalla sua famiglia sulla Striscia.
THE SOUND OF CLOUDS
Venerdì 20 ottobre 2023 – I bambini di Gaza scrivono i propri nomi sulle mani affinché i soccorritori possano identificarli in caso venissero uccisi dai bombardamenti israeliani.
Nazra Festival
AL ARD (la terra)
Corto d’animazione con una colonna sonora serrata e incalzante che offre una cruda rappresentazione del ridimensionamento e della frammentazione della terra palestinese, catturando l’impatto prolungato delle politiche israeliane e del colonialismo d’insediamento.
Basel Nasr è un designer e produttore palestinese che lavora nel campo dell’animazione, illustrazione e design interattivo. Ha conseguito una laurea triennale in Architettura presso l’Università di Birzeit, ma subito dopo la laurea ha iniziato a dedicarsi al design, alle arti visive e ai nuovi media, trovando infine la sua passione nell’animazione. Nasr ha poi conseguito una laurea magistrale in Belle Arti in questo settore presso la University of California di Los Angeles. Nel 2015, Nasr ha fondato Maṣna’ al Rusūm al Mutaḥarrikah, uno studio di animazione dedicato allo sviluppo dell’arte e dell’industria dell’animazione in Palestina.
3 LOGICAL EXITS
Mahdi torna nel campo profughi di Ain El Helweh in Libano nel 2019, in un momento in cui migliaia di palestinesi protestano contro le misure discriminatorie del governo libanese. Il documentario utilizza uno stile tipicamente asciutto per raccontare una storia che è allo stesso tempo personale e universale: da un campo profughi in Libano si può pensare di uscirne solo drogandosi, radicalizzandosi o fuggendo… ma a quale prezzo?
Mahdi Fleifel è nato a Dubai e cresciuto in Libano, e si è trasferito successivamente in Danimarca con la famiglia. Nel 2009 si è laureato alla British National Film and Television School e ha fondato col produttore irlandese Patrick Campbell la casa di produzione Nakba FilmWorks. Nel 2012 ha girato A World Not Ours (ripreso dal titolo di un racconto di Ghassan Kanafani), un ritratto intimo, ironico e divertente di tre generazioni nel campo profughi di Ain el-Helweh, nel sud del Libano. Nel 2018 ha partecipato alla seconda edizione di Nazra col corto A Drowning Man che ha vinto il Grand Prix al Festival di Cork e il Muhr Award al Festival di Dubai. In 2021, Netflix ha acquisito i diritti worldwide dei suoi film. TO A LAND UNKNOWN é il suo primo lungometraggio di finzione selezionato al festival di Cannes 2024 nella rassegna Quinzaine des cinéastes.
THE ORPHAN
Prodotto da Miko Peled, questo documentario è un’intervista a Jacques Bude, novantenne rimasto orfano durante l’Olocausto. Bude racconta la sua vita in Israele nel dopoguerra e la sua graduale presa di coscienza che il progetto sionista contiene elementi di razzismo intrinseco, cosa che lo ha convinto a schierarsi con i palestinesi.
Jordan Karr-Morse è un regista e montatore di Portland, Oregon. Ha conseguito una laurea in comunicazione visiva presso l’Edinburgh College of Art e ha lavorato come direttore della fotografia e montatore freelance per spot pubblicitari e film proiettati in tutto il mondo. Nel 2022 ha fondato Eyes & Ears, una società di produzione impegnata a promuovere movimenti politici e sociali progressisti. Attualmente Jordan sta dirigendo il suo primo lungometraggio documentario sul dissidente israeliano Miko Peled.
HOSTAGE ECONOMY
Hostage Economy esplora le barriere profonde e radicate all’interno della società palestinese, volte a impedire una crescita economica significativa. Muri di cemento, filo spinato e ostacoli istituzionali fortificano i suoi ulivi maturi, strappando i frutti del lavoro dalle mani del contadino palestinese. Cosa significa sviluppo economico in un contesto privo di libertà?
Jude è una regista palestinese interessata a coniugare la ricerca nel campo delle scienze sociali e la cinematografia per contestare e ridefinire le narrazioni esistenti. Il suo cortometraggio d’esordio Between the Barricades è stato premiato e proiettato in 9 Paesi diversi. Jude si dedica a far luce su vicende poco rappresentate e a promuovere un dialogo significativo attraverso la narrazione. È particolarmente affascinata dall’arte cinematografica per il potenziale che ritiene essa abbia nel promuovere cambiamenti sociali positivi. Attualmente Jude sta lavorando a un lungometraggio che analizza le sfide complesse affrontate dalle donne sotto occupazione, mettendo in luce la loro resilienza e forza.
SHATTERED MAMORY
Il documentario ripercorre la memoria del fotoreporter Mahfouz Abu Turk e l’archivio attraverso il quale ha documentato gli eventi vissuti nella città di Gerusalemme e in Cisgiordania dalla prima intifada del 1987 fino alla fine degli anni Novanta.
Hayat Laban è una regista palestinese di Gerusalemme. Caratterizzata da un approccio multidisciplinare, si è laureata e formata in produzione cinematografica, psicologia, teatro, danza contemporanea e regia. Durante i suoi studi ha prodotto diversi film, tra cui un breve documentario sugli archivi del teatro Hakawati di Gerusalemme, proiettato in diversi festival locali e arabi, e un cortometraggio sperimentale. Ha inoltre lavorato come stagista per alcuni film e come fotografa per documentare workshop di formazione a Gerusalemme e in Cisgiordania.
THE SILENT PROTEST: 1929 JERUSALEM
Il 26 ottobre 1929, le donne palestinesi diedero vita a un movimento femminista a Gerusalemme. Circa 300 donne giunsero in città da tutta la Palestina. Quel giorno manifestarono in silenzio con un corteo di auto attraverso la città, in segno di protesta contro l’Alto Commissariato britannico, accusato di essere prevenuto nei confronti degli arabi durante le rivolte di Buraq. Questa è la loro storia.
Mahasen Nasser-Eldin, regista e ricercatrice nata a Gerusalemme, racconta storie di resistenza, dando nuova vita a figure dimenticate e celebrando voci emarginate. La sua ricerca si concentra sul riutilizzo degli archivi audiovisivi per documentare le storie di donne sfollate attraverso il cinema. Il suo lavoro attinge a diversi settori e tematiche, intrecciando la pratica archivistica con le narrazioni subalterne, il femminismo transnazionale e la soggettività. I suoi film sono stati proiettati in festival internazionali e hanno ricevuto il sostegno di istituzioni come l’Arab Fund for Arts & Culture (AFAC), la Royal Jordanian Film Commission e Creative Interruptions, UK Research and Innovation (UKRI). Attualmente, Mahasen sta portando avanti un progetto in cui interpreta e crea rappresentazioni di donne palestinesi precedenti al 1948 che rimandano alle attuali lotte femministe.
I AM THE LAND IN A BODY
Questo cortometraggio è un omaggio a Suleiman Al-Hathalin, un’icona della resistenza popolare beduina palestinese. Al-Hathalin ha dedicato la sua vita a combattere pacificamente contro gli abusi dell’esercito israeliano e a proteggere la terra dei suoi antenati, confidando che i giovani avrebbero preso il suo posto.
Thaer Al-azzeh è nato nel campo profughi di Dheisheh a Betlemme. Ha conseguito una laurea in Arti visive e Produzione cinematografica presso l’Università di Dar Al-Kalima (Betlemme). Ha diretto tre cortometraggi: Close Your Eyes, I’m not a Number, The Knife, proiettati al PFC’E nel 2017 e Coffee Pot già finalista in Nazra nel 2019.
THE SOUND OF CLOUDS
Venerdì 20 ottobre 2023 – I bambini di Gaza scrivono i propri nomi sulle mani affinché i soccorritori possano identificarli in caso venissero uccisi dai bombardamenti israeliani.
AL ARD
Corto d’animazione con una colonna sonora serrata e incalzante che offre una cruda rappresentazione del ridimensionamento e della frammentazione della terra palestinese, catturando l’impatto prolungato delle politiche israeliane e del colonialismo d’insediamento.
Basel Nasr è un designer e produttore palestinese che lavora nel campo dell’animazione, illustrazione e design interattivo. Ha conseguito una laurea triennale in Architettura presso l’Università di Birzeit, ma subito dopo la laurea ha iniziato a dedicarsi al design, alle arti visive e ai nuovi media, trovando infine la sua passione nell’animazione. Nasr ha poi conseguito una laurea magistrale in Belle Arti in questo settore presso la University of California di Los Angeles. Nel 2015, Nasr ha fondato Maṣna’ al Rusūm al Mutaḥarrikah, uno studio di animazione dedicato allo sviluppo dell’arte e dell’industria dell’animazione in Palestina.
THE KEY
La giovane Edina sente spesso un rumore misterioso che la tiene sveglia nel cuore della notte. The Key è un thriller politico e psicologico, basato sull’omonimo racconto del romanziere e poeta palestinese Anwar Hamed. La chiave, elemento centrale del film, rappresenta il diritto al ritorno dei palestinesi. Il film gioca su questa consapevolezza, come un’epidemia che si diffonde nel subconscio israeliano creando un crescente senso di colpa e preoccupazione.
Rakan Mayasi è un regista palestinese nato in Germania. Ha studiato psicologia, teatro e cinema con Abbas Kiarostami in Corea del Sud presso l’Asian Film Academy ed ha tenuto laboratori pratici e teorici in Serbia, Germania, Marocco ed Egitto. Ha scritto e diretto quattro cortometraggi tra cui Roubama che è stato selezionato a Locarno 2012. Nel 2018 ha vinto la seconda edizione di Nazra con Bonbonè interpretato dalla strepitosa coppia Saleh Bakri e Rana Alamuddin, corto che ha ottenuto premi nei festival di tutto il mondo da Mosca a Kustendorf (nel villaggio di Drvengrad, costruito da Emir Kusturica come omaggio al cinema), ad Almeria.
GAZA ATELIER
Ahlam, una giovane stilista palestinese, sta progettando di aprire il suo atelier nella Città di Gaza. Quando la data di apertura si avvicina, le cose prendono una piega diversa da quella che aveva previsto.
Montaser Alsabe è un regista palestinese nato a Gaza nel 1987. Ha maturato diverse esperienze come montatore video e regista di cortometraggi e serie educative, per produzioni televisive o per organizzazioni umanitarie locali e internazionali. Nel 2014 ha lavorato come assistente alla regia e montatore per il film Sarah. Dal 2015 è direttore esecutivo del Red Carpet Human Rights Film Festival a Gaza. Da settembre 2017, Montaser lavora anche come regista per il canale satellitare dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi in Medio Oriente (UNRWA) a Gaza.
MAR MAMA
Tormentata dalla morte della madre e dai continui attacchi delle forze israeliane sulla sua città, una ragazzina inizia a essere ossessionata dalla morte. Per distrarla, il padre realizza un film in stop-motion. Tuttavia, i suoi tentativi falliscono e la ragazza non può far altro che ricorrere all’immaginazione per sfuggire alla realtà.
Majdi El-Omari è un regista, montatore e sceneggiatore canadese-palestinese, laureato in regia e specializzato in produzione cinematografica presso la Concordia University di Montreal. Il lavoro di El-Omari si concentra sulla sofferenza delle persone in un mondo che le esclude, e sottolinea la loro alienazione, il desiderio di comunicare e la ricerca di conforto quando affrontano pressioni politiche o sociali. La sua filmografia comprende numerosi documentari e cortometraggi, tra cui Standstill, Between Me and You, At the Window, À Propos de l’autre e The Evergreen Oak. Attualmente sta scrivendo il suo prossimo lungometraggio, The Woman of the Bees, e insegna cinema di finzione all’Università Dar Al-Kalima di Betlemme.
AN ORANGE FROM JAFFA
Mohammed, un giovane palestinese, cerca disperatamente un taxi che gli faccia attraversare un checkpoint per incontrare sua madre, che lo sta aspettando sul lato israeliano. L’autista, Farouk, che è di fretta per effettuare una corsa molto importante, scopre che Mohammed ha già fallito nel tentativo di attraversare il checkpoint. Da qui iniziano i problemi.
Nato a Gaza nel 1994, Mohammed Almughanni è un regista e sceneggiatore laureato in regia cinematografica presso la Scuola di Cinema di Łódź in Polonia. I suoi film, incentrati sulla giustizia razziale e sulla realtà socio-politica in situazioni di conflitto, sono stati premiati in festival come Ji.hlava (2020), IDFA (2023) e Clermont-Ferrand (2024). Almughanni sensibilizza sulle questioni collaterali affrontate da civili innocenti in guerra, tra cui l’identità nazionale e la situazione dei bambini non registrati.
ABO JABAL
È l’8 maggio 2024 e Israele si prepara a lanciare un’operazione militare distruttiva a Rafah. Tahani, una donna palestinese più volte sfollata interna dall’inizio degli attacchi su Gaza, si chiede dove trovare nuovamente rifugio per sé e i suoi figli. Il film offre uno spaccato della sua vita e della sua famiglia prima e dopo il 7 ottobre, raccontando lo strazio di una madre che, segnata da una dolorosa perdita, fatica a ritrovare pace.
Bisan Owda è una giornalista, regista e attivista palestinese, nota per i suoi video-reportage sui social media sulla guerra di Gaza. Con la serie “It’s Bisan from Gaza and I’m Still Alive”, ha vinto un Peabody Award nel 2024 e ricevuto una candidatura ai News and Documentary Emmy Awards 2024. Cresciuta a Beit Hanun, ha lavorato con le Nazioni Unite e l’Unione Europea su temi di genere e cambiamento climatico. Durante il conflitto del 2023, ha documentato le sofferenze dei civili e le devastazioni subite da lei e dalla sua famiglia sulla Striscia.
THE SOUND OF CLOUDS
Venerdì 20 ottobre 2023 – I bambini di Gaza scrivono i propri nomi sulle mani affinché i soccorritori possano identificarli in caso venissero uccisi dai bombardamenti israeliani.
Cruda rappresentazione del ridimensionamento e della frammentazione della terra palestinese